Verdissima Oslo
La nuova meta del turismo green europeo
Se pensate di imbattervi in sciami di biciclette che sfrecciano a tutta velocità vi sbagliate, a Oslo i mezzi di locomozione più utilizzati sono i piedi. A piedi potrete godere della intensa luce tipica della latitudine, che vi svelerà una città vivacissima, dai colori sgargianti e dalla popolazione cordiale. Il tutto condito da una vita culturale stimolante e di prestigio (qui ha sede un’eccellente Università e si svolge l’assegnazione annuale del Nobel per la Pace).
Fra gli obiettivi principali del Comune di Oslo c’è l’incremento del benessere degli abitanti, e a tal fine sta promuovendo al massimo le politiche ambientali e riservando un posto di onore alle attività di svago e di intrattenimento all’aria aperta.
L’amministrazione di Oslo ha previsto un articolato programma di rinnovamento della città che include l’eliminazione delle auto nel centro, la riduzione drastica di emissioni di CO2 (che nel 2030 dovranno arrivare a zero), la conservazione di una foresta primaria nell’area urbana, una gestione super-efficiente dei rifiuti e la costruzione di un aeroporto a impatto zero. Tutto questo (e molto altro) ha consentito a Oslo di fregiarsi del titolo di European Green Capital 2019, che viene assegnato dalla Commissione Europea alla città che ha realizzato i migliori progressi nell’ambito della sostenibilità.
Il progetto per la ristrutturazione degli spazi urbani ha escluso totalmente le auto e i parcheggi dal centro, e prevede l’allargamento dei marciapiedi, con 60 chilometri di nuove piste ciclabili, un servizio di bike sharing, spazi di socializzazione e una viabilità alternativa per il trasporto pubblico, che sarà esclusivamente elettrico. Tram e autobus elettrici già oggi si ricaricano in otto minuti mentre sono fermi al capolinea. Oslo è la capitale mondiale dell’auto elettrica, infatti, grazie a una generosa detassazione, in Norvegia questo tipo di vettura costa la metà di una vettura a benzina o diesel di classe equivalente, e in città si contano ben 1.300 punti di ricarica.
Un progetto molto interessante prevede la riconversione di sotterranei scavati durante la Seconda guerra mondiale sotto la fortezza di Akershus – che domina il porto dall’alto di una rupe – in parcheggi, ma solo per le auto elettriche. Anche i traghetti per i fiordi che ora sono ibridi, diventeranno elettrici, così come le navi che collegano la capitale della Danimarca alla Germania.
Passeggiando di buon passo raggiungiamo il nuovo e suggestivo quartiere Vulkan, costruito accanto al fiume Akrselva, in un’ex area industriale, che oltre ad essere uno dei luoghi più green della città, è anche un modello di sviluppo sostenibile grazie a un’architettura pensata per limitare l’impatto ambientale. Tra i tanti servizi il quartiere dispone anche di una mini centrale per produrre energia geotermica ed è completamente ricoperto di pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua.
Spostandoci lungo il nuovo lungomare di Tjuvholmen, che si trova nell’Oslofjord, potremo imbatterci in una grande varietà architettonica con la presenza di innovative barriere artificiali create per preservare la fauna ittica e l’ecosistema del fiordo. Nel quartiere di Bjørvika è attualmente in costruzione la nuova biblioteca Deichman, la Oslo Public Library, il cui edificio dopo il tramonto si illumina, cambiando di aspetto a seconda delle attività che si svolgono al suo interno.
Infine, e ci spiace non poter parlare dei tanti entusiasmanti progetti in corso e delle bellezze che la capitale può offrire, un’idea del tutto all’avanguardia pensa a piccole creature in via di estinzione. L’associazione Bybi sta pianificando un’autostrada per le api creando tetti verdi e fioriti per aiutarle a vivere in città, e lo studio di architettura Snøhetta ha creato delle arnie di design da posizionare sui tetti, le Vulkan Beehive; ne ha installate una serie presso il Mathallen, un edificio che funge da polo di aggregazione di diversi mercati enogastronomici. Finalmente un aiuto concreto agli insetti impollinatori che lottano ogni giorno negli ambienti urbani, e che rischiano di morire di fame e di inquinamento.
Non saranno dunque sciami di biciclette quelli che vedrete sfrecciare, ma sciami di api in cerca di fiori a cui succhiare il nettare.
Nathalie Anne Dodd