Una colonia marziana sulla Terra
La corsa alla conquista di Marte parte anche dal giardino di casa. O meglio, dal deserto
La prima città pensata per l’ostile ambiente marziano sorgerà proprio nel deserto, finanziata dal Governo degli Emirati Arabi. Denominato Mars Science City, questo ambizioso progetto è solo una parte del programma spaziale gestito dal Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai, rivolto alla colonizzazione del pianeta rosso entro i prossimi 100 anni. Mars Science City è destinata a coprire 176mila metri quadrati di deserto – le dimensioni di oltre 30 campi da calcio – e sarà il primo prototipo di architettura marziana sulla Terra. Ad occuparsi della sua realizzazione, lo studio inglese di architetti del Bjarke Ingels Group.
La principale sfida che lo studio si è trovata ad affrontare è stata quella di progettare un ecosistema artificiale a misura d’uomo, in modo da rendere abitabili le condizioni di vita avverse che i primi coloni troveranno una volta atterrati su Marte: bassa gravità e pressione, freddo estremo e alti livelli di radioattività. Per questo motivo, a simulare l’aspro territorio marziano, è stato scelto il deserto. Non potendo avvalersi dei tradizionali processi di produzione industriale su larga scala – proprio come le prime popolazioni terrestri – gli astronauti dovranno sfruttare al massimo l’ambiente circostante, adottando un approccio di sopravvivenza live-off-the-land, ovvero “vivere della terra”. «Costruire degli insediamenti su Marte sarà come inventare una nuova architettura vernacolare – ha dichiarato a riguardo un portavoce dello studio -. I marziani saranno come coloni indigeni, inventeranno strutture per la prima volta arrivando a conoscere i materiali locali, il clima e la fisica del pianeta». Gli insediamenti saranno così costruiti in loco attraverso stampanti 3D, strutture intagliate nel suolo e cupole gonfiabili, in modo da formare una costruzione ibrida pensata per resistere sia alle radiazioni sia all’alta pressione del pianeta, e permettendo allo stesso tempo di ospitare la vita. Le biosfere così create saranno poi allineate e unite in modo da formare un ecosistema coeso.
Al progetto verrà affiancato un team di ricerca, che vivrà all’interno della città per un anno in modo da ideare un quadro di riferimento per lo sviluppo di strategie a lungo termine per vivere su un pianeta ostile. All’interno delle cupole, la città ospiterà così diversi laboratori, che si occuperanno dello studio e della gestione delle risorse alimentari, idriche ed energetiche su Marte, oltre che un museo dedicato alle più grandi conquiste spaziali dell’umanità. Ci saranno, ovviamente, delle limitazioni a quello che questo prototipo di colonia dovrà fare. Per esempio, non sarà necessario generare ossigeno, né i cittadini saranno soggetti alle radiazioni presenti su Marte, che non ha un campo magnetico per schermare il pianeta dai raggi UV del Sole. Ma al centro di ricerca spaziale sono fiduciosi nella riuscita del progetto. «Questa sarà la nostra piattaforma dove potremo sviluppare la scienza e la tecnologia che ci aiuterà nelle nostre future missioni su Marte – ha affermato alla Cnn Adnan AlRais, Project Manager presso il centro -. Vogliamo creare una struttura completamente nuova che aiuti la comunità internazionale». La comunità scientifica spera così che questo progetto possa ispirare le prossime generazioni a sognare la vita su Marte tanto da trasformare il sogno in realtà.
Francesco di Nuzzo