Tra le sfumature di un padre benedettino
Padre Bonifacio evocato e raccontato in un percorso tra luoghi sacri da Salvatore Puggioni che accosta alla mostra itinerante tutta la magia delle avventure sull’isola
Un tour e un vernissage quello che prosegue nella sua quarta edizione a Sassari nella Basilica della Santissima Trinità di Saccargia e si sposta, nel giorni 12 e 13 agosto, all’interno della chiesa di Palau.
Dedicato a Lorenzo Salice, il padre che prenderà il nome di Bonifacio dell’ordine benedettino, nato nel 1916, questo iter intende porre una luce di attenzione sulla straordinaria figura dell’uomo e dell’artista. Capostipite del Canticismo pittorico, la corrente che fa dell’arte figurativa una modalità di trasmissione valoriale sul rispetto della natura; in una concezione francescana di gratitudine e lode, il Canticismo poggia su coordinate di stupore per le meraviglie del Creato e contemplazione del valore dell’uomo, frutto dell’opera di Dio, nelle ricerca della pace.
A raccontarlo, dallo start nello splendido chiosco di Saccargia, è la voce di Salvatore Puggioni che, essendo stato allievo e assistente del carismatico religioso, ha seguito da vicino l’opera e gli insegnamenti; sarà quindi Puggioni, con le sue pittoriche interpretazioni, strumento di narrazione di un percorso di vita tra quadri e ricordi stratificati nel tempo. Salvatore Puggioni è il pittore e maestro d’arte in grado di raccontare viaggi di suggestione e fascino legati a padre Bonifacio. Dal tema “I colori fantasmagorici del cielo e della terra” si dipana un racconto di vita di quell’uomo che entra molto presto in seminario e, iniziato dallo zio parroco al sacerdozio, diviene curioso esploratore di una pittura che ha importanti influenze nell’area di Comero di Castro a Brescia. S’incrociano tra le forme plastiche gli estremi di un’umanità sorridente ma anche a volte sofferente, intercettata dalle cifre di una postura spirituale che sorprende al pari della sua opera artistica. Mentirà Lorenzo Salice, dietro consiglio del vescovo, per salvare la sua vita dopo aver salvato quella di un partigiano. Siamo nel ‘44 e dal paese nella provincia di Brescia si sposta per degli esercizi spirituali a Parma, qui consegue gli studi artistici diplomandosi a Bologna e, rimasto folgorato dalla vita di San Bonifacio decide, ormai parroco da diversi anni, di farsi monaco benedettino. Muore a Borutta nel 2004. Sarà il monastero sardo di San Pietro di Sorres ad accoglierlo nel ‘58 e, se lo splendido chiosco si arricchisce degli affreschi del prete diventato frate, intorno a lui si apre una scuola di giovani promesse. Un ampio atelier zeppo di talenti pittorici alla ricerca di un ideale prima ancora che di un’occupazione. È la “Bottega di giovanili ricerche artistiche”, una scuola la cui fama riverbererà dalla Sardegna all’intero continente. Proprio come in questa mostra dove si affrontano diverse latitudini umane mentre si approda a Nostra Signora delle grazie a Palau: fortemente voluta dal parroco, Don Paolo Pala, che di padre Bonifacio dice: «Una bellissima persona, che non esiterei a definire un santo monaco.»
La chiesa di Palau emerge da un grande restauro che vede la recente apertura del presbiterio e si affaccia sulla via principale dove un andirivieni di turisti gode dell’accogliente disponibilità di tre coadiutori del decano Paolo Pala. «Il monastero di Sorres al tempo di Bonifacio era una fucina di numerose figure spirituali – racconta don Paolo Pala facendo riferimento alla realtà in caduta libera delle vocazioni religiose – da 15 monaci di un tempo oggi si è a soli 6 o 7, ma con il nuovo abbate, padre Luigi Tiana, la situazione è decisamente in sblocco.»
Il tour si fa crocevia di esperienze reali nel mondo virtuale, con follie colorate incrocia il mondo social, unisce memoria e reale mentre affonda, con la presenza dell’influencer Elisa Caretta, instagrammer Travelgirlfromitaly, in performance deliziosamente calzanti. È lei la protagonista di trekking, travel and underwater adventure, col corredo di foto di Massimo Giacomello che giura: «Faremo accadere delle cose magiche.»
Salvatore Puggioni ritiene imprescindibile al risultato della mostra il contributo del mondo delle associazioni, del pittore Piero Masia di Ossi, e ovviamente di don Paolo Pala. «Spesso l’arte si nutre del sostegno del clero, – spiega Puggioni – come nel caso di Jean Guitton, il filosofo francese appassionato di pittura che fu riconosciuto da papa Paolo VI primo uditore laico al Concilio Vaticano II. Così don Paolo è per me l’uomo di chiesa che cambia le cose; ricordo, a Perfugas, attraeva fedeli di ogni estrazione: un magnete, non c’è altro modo per descriverlo, per quel suo essere open mind, da sempre.»
Anna Maria Turra