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Sotto il segno delle stelle

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05/04/2021

Tra mito e folklore, il cielo notturno sardo incanta e affascina

Il gioiello più prezioso della Sardegna è il mare: lo rivela l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che a giugno 2020 ha classificato il 99,7% delle coste dell’isola come “eccellenti”, il punteggio più alto a livello nazionale. Anche il suo tramonto è uno spettacolo per gli occhi, che lo stiate ammirando dal Blue Skybar di Alghero o dalle spiagge selvagge di Li Cantareddi.

Ma quando gli ultimi raggi del sole scompaiono tra i flutti, un altro oceano abbraccia quest’isola. È il mare della volta celeste, dalle cui acque affiorano come arcipelaghi i miti e le loro storie. Sono le costellazioni, che specchiandosi tra le onde sottostanti brillano nella notte sarda come mai in nessun altro luogo. Perché a fare da cornice all’imponente spettacolo del firmamento, c’è tutta la bellezza del patrimonio storico e archeologico sardo. Così, come in una fiaba, ecco spuntare tra gli altipiani un nuraghe solitario – come il Losa nell’oristanese – o una delle tante Tombe dei Giganti che popolano la regione. Ricordi di un passato antico rivolto alle stelle, che questi resti forse stanno ancora scrutando. Infatti, tra le molte ipotesi dei ricercatori sulla funzione dei nuraghi c’è anche quella di osservatorio astronomico: le torri sarebbero collocate secondo precise regole astronomiche e allineate ai corpi celesti sovrastanti, come nel caso di quelli presenti nella Valle dei Nuraghi di Torralba, posizionati come l’ammasso stellare delle Pleiadi. In particolare il sito di Santu Antine sarebbe servito agli antichi sardi per osservare il tramonto e il sorgere del sole durante i solstizi nell’alternarsi delle stagioni. Oggi invece, appassionati e curiosi possono scrutare il cielo notturno prenotando una visita agli osservatori astronomici presenti nell’Ogliastra o presso il Planetario dell’Unione Sarda, a Cagliari. L’isola è sede anche del Sardinia Radio Telescope di San Basilio, il radiotelescopio più grande d’Europa, capace di captare segnali ad anni luce di distanza.

E per chi fosse amante della vita all’aria aperta, la Sardegna è ricca di luoghi dove ammirare il planisfero celeste in tutto il suo splendore: la qualità dell’aria pura e la scarsità di inquinamento luminoso rendono gli ampi paesaggi sardi l’ideale per fotografi e amanti dell’astronomia che, armati di telescopi e macchine fotografiche, possono godere del cielo notturno lontano dalle città e immersi nel forte odore di timo e di mirto della natura rigogliosa. Al tramonto si potrà così cominciare a ammirare Kenadorzu o s’isteddu chenadore (Venere) risplendere all’orizzonte, e a seguire le varie costellazioni, come Sos settes frades (L’orsa maggiore) e Istentales (Orione). Infine, si aprirà tutto lo spettacolo del “sentiero incendiato” del Su Camminu de Roma, ovvero la Via Lattea.

 

Francesco di Nuzzo

 

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