Dorothea Lange, una vita in foto al museo CAMERA di Torino
Dal 19 luglio all’8 ottobre il museo torinese accoglie le opere della fotografa che ha immortalato gli effetti della Grande Depressione
È possibile riuscire a vedere nel passato anche un po’ del nostro futuro? Guardare le fotografie di Dorothea Lange sembra suggerire proprio questo. Inviata dall’agenzia governativa Farm Security Administration – insieme ad altri fotografi – a documentare l’esodo dei lavoratori agricoli in cerca di occupazione, con i suoi ritratti pieni di malinconica espressività e desolati paesaggi della Dust Bowl, Dorothea Lange è riuscita fra tutti a documentare ed immortalare gli effetti più drammatici della Grande Depressione sulla società americana, un periodo di grandi sconvolgimenti economici causati dalla speculazione finanziaria e politica. Dal 19 luglio all’8 ottobre il museo CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino accoglie le opere della fotografa nella mostra monografica “Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro”, che raccoglie alcuni degli scatti più significativi del Novecento.
Il percorso espositivo presenta in 200 immagini la carriera della fotografa statunitense, concentrandosi principalmente sugli anni ’30 e ’40, quando documentò eventi epocali che cambiarono l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti. Tra le sue fotografie presenti nel percorso espositivo è inclusa anche “Migrant Mother”, il ritratto di una giovane madre attorniata dai figli costretta a vivere in un accampamento di fortuna e divenuta – suo malgrado – una delle immagini simbolo del XX secolo. Attraverso le fotografie della Lange la mostra diventa un pretesto anche per esplorare tematiche a noi più vicine e attuali, come il problema della crisi climatica, delle migrazioni e le discriminazioni sociali, proponendo ai visitatori un’occasione di riflessione e confronto sul nostro presente. La mostra è curata dal direttore artistico dello spazio espositivo Walter Guadagnini e da Monica Poggi, e sarà accompagnata dal catalogo ufficiale edito dall’editore Dario Cimorelli, che comprende tutte le foto presenti in esposizione.
Francesco di Nuzzo