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Domenico Gnoli in mostra alla Fondazione Prada

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09/01/2022

Frammenti di oggetti della vita quotidiana che Gnoli raffigura donandogli vita e significato

È probabilmente una delle mostre più interessanti del momento. Proprio quella che la Fondazione Prada di Milano ha dedicato al grande pittore Domenico Gnoli e che sarà visitabile fino al 27 febbraio. Una retrospettiva che accorpa più di cento opere realizzate dal 1949 al 1969 senza tralasciare l’esposizione di altrettanti disegni e documenti. Gnoli nato a Roma nel 1933 e morto a New York nel 1970, è scomparso prematuramente all’età di 37 anni, ma ancora oggi i suoi lavori e la sua filosofia continuano ad affascinare e ispirare le nuove generazioni di artisti. Il progetto voluto dalla Fondazione Prada si inserisce all’interno di una sequenza di mostre dedicate alle figure outsider come Edward Kienholz, Leon Golub e William Copley, difficilmente assimilabili alle principali correnti artistiche della seconda metà del Novecento.

Non poteva mancare, dunque, una figura come Gnoli, libero da etichette, ma connesso alla scena culturale internazionale del suo tempo. Dalla mostra è possibile evincere i riferimenti e le ispirazioni tratte dal Rinascimento, proprio come chi, in passato, ha interpretato l’artista da un punto di vista storico e critico, ma in modo originale. L’allestimento è stato concepito da Germano Celant, scomparso nel 2020, ed è stato poi realizzato, per i due piani del Podium, dallo studio 2×4 di New York in collaborazione con gli archivi dell’artista a Roma e Maiorca. Il tutto con l’idea principale di ricostruire il percorso biografico e artistico di Gnoli attraverso l’ausilio di una sezione cronologica e documentaria di materiali storici, fotografie e testimonianze. Le opere, messe a disposizione nella maggior parte dei casi da collezionisti privati stranieri, sono raggruppate per gruppi tematici grazie ai quali è possibile percorrere una sorta di fil rouge che connette un’opera a quella seguente in una sorta di coerente direzione espressiva.

Tra le caratteristiche di questo straordinario pittore ci sono certamente i dettagli che diventano protagonisti della scena: il bavero delle giacche, i bottoni, i colli delle camicie, i tacchi da donna o i corpi sotto le lenzuola. Tutti dettagli carichi di significato che testimoniano la condizione dell’artista nel perseguire la propria ricerca in una radicale rilettura della rappresentazione classica. «Mi servo sempre di elementi dati e semplici -raccontava così la sua arte Domenico Gnoli-, non voglio aggiungere o sottrarre nulla. Non ho neppure avuto mai voglia di deformare: io isolo e rappresento».

 

Davide Mosca

Photo : Roberto Marossi © Fondation Prada

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