Cooperazione Italia-Usa, recuperati a New York reperti archeologici dal valore di milioni di euro
L’operazione, attraverso minuziosi attività di indagine, ha consentito di recuperare oggetti che appartengono alle civiltà romana e magnogreca con una datazione che si colloca fra il VII secolo a.C. e il II secolo d.C.
Il nucleo dei carabinieri specializzati nella tutela del patrimonio culturale è un’assoluta eccellenza. I nostri militari da anni sono impegnati in prima fila nella lotta alla criminalità legata all’arte, dai furti e alle contraffazioni fino ai danneggiamenti. Un’azione quotidiana che porta i suoi frutti con con operazioni e attività di indagine sofisticate. Perché il ginepraio di canali che porta alla vendita opere “rubate” dal valore inestimabile spesso conduce oltreoceano. Dove magari ignari clienti si ritrovano ad acquistare opere illegalmente messe sul mercato. Ed è proprio di qualche giorno fa l’operazione del TPC che ha consentito di recuperare dagli Stati Uniti ben quattordici reperti archeologici che, nell’arco degli ultimi decenni, erano finiti in America, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e riportati a casa. I nostri militari sono volati a New York nella sede della Procura Distrettuale di Manhattan (D.A.O) dove i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (T.P.C.) hanno incontrato i colleghi della Homeland Security Investigations (H.S.I.) e del Customs and Border Protection (C.B.P.).
Presenti il Console Generale d’Italia a New York, dottor Fabrizio Di Michele, il Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, il Vice Procuratore del D.A.O. di Manhattan, Colonnello Matthew Bogdanos e lo Special Agent in Charge H.S.I., Ivan J. Arvelo e il Direttore (C.B.P.), Francis Russo. I reperti, che resteranno a New York in attesa di essere rimpatriati con spedizione diplomatica, appartengono alle civiltà romana e magnogreca e la datazione si colloca fra il VII secolo a.C. e il II secolo d.C.. Le opere, dall’inestimabile valore storico- culturale, nel mercato erano quotate non meno di 3 milioni di dollari complessivamente. Questo è solo l’ultimo dei frutti colti e scaturiti dalla collaborazione tra Italia e USA creando una collaborazione per il recupero di reperti archeologici unica al mondo. Di sole poche settimane fa era stata l’operazione in collaborazione con gli Usa che aveva riportato in Italia oltre sessanta beni archeologici del valore stimato di venti milioni di dollari. Reperti erano stati offerti in vendita da alcuni brokers dell’arte e sono poi confluite in collezioni private statunitensi, come in quella di uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, al quale è stato addirittura imposto, per la prima volta nel suo genere, un divieto a vita di acquistare antichità a seguito dell’indagine penale pluriennale e multinazionale condotta dal DAO. Nell’occasione era intervenuto il ministro dei beni culturali Gennaro Sangiuliano: «Il recupero di questi reperti da parte dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è un grande successo nell’ambito delle attività di contrasto al traffico illecito dei beni che appartengono alla nostra nazione.
Ringrazio l’Arma per il prezioso e insostituibile lavoro quotidiano, svolto in ogni parte del mondo». E grande soddisfazione era stata manifestata anche dal comandante del TPC, il generale Molinese: «Abbiamo portato a termine un’importante operazione grazie alla preziosa collaborazione italo-americana. La cooperazione tra le magistrature dei due Paesi ci ha consentito di ottenere un risultato di storica portata».
Davide Mosca